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Ottocentesca villa fortificata dei Baroni Gallelli

"Tenuta di Pietra Nera"

 




Situata tra le floride e sinuose colline di Badolato (CZ) prospicienti il mar ionio, la tenuta di Pietra Nera
 


Il parco.


Piscina.


Campo sportivo.


Scuderie.


Edificio della servit? e dell' ufficio agrario.

SEDE RAPPRESENTATIVA

La storia:

“Badolato sono i baroni Gallelli, e i baroni Gallelli sono Badolato”, e’ forse questa la formula piu’ semplice per  riassumere l’influenza politica, economica e sociale, che questa famiglia ha esercitato su Badolato, essendone stati gli ultimi feudatari, amministrando infatti la baronia dal 1658 al 1806, consegnandoci percio’ il paese come noi oggi lo conosciamo.
Commissionata e rimasta da sempre nel patrimonio di famiglia, abitata ancora oggi dai discendenti, l' ottocentesca villa baronale della tenuta di Pietra Nera, situata nel feudo del Casato, si estende a meta’ strada tra la marina e l’affascinante borgo medioevale di Badolato superiore.
Racchiusa in un parco totale di 23 ettari recintati, caratterizzato da castagni, abeti, ciliegi da legno, salici piangenti, uliveti secolari, e pini marittimi, la tenuta e’ composta in pratica da due distinti parchi, e quindi 2 residenze, quella del casale rurale, e quella della villa baronale, che assieme ad altre proprieta’ e fondi vari, e’ inglobata nell’azienda agraria di 480 ettari della Casata.
Il gentilizio giardino recintato della villa-baronale, si estende su 10 ettari circa, progettato nel 1852 da un architetto specializzato in architettura di giardini, il parco della dimora baronale e’ tipologicamente fedele alla concezione dei giardini nobiliari dell’epoca, giardini di delizie, aperti ad amici e parenti, ricchi di bellissime geometrie floreali nei quali per intenderci l’aristocrazia si ritirava al solo fine di trascorrere l’estate, “per meglio illudere la calura estiva, e villeggiare tra delizie floreali” appunto.
Fontane, aiole, vialetti, staccionate e tavoli di granito, sono collocati al posto giusto, nulla e’ lasciato a caso, ma tutto ha una logica dualistica e perfetta.
Al suo interno trova posto anche una fontana cuoriforme, arricchita da una piccola grotta per le papere e abbellita infine da giochi d’acqua.
Commissionata dal barone avv. cav. Della corona d’Italia Giuseppe Gallelli, settimo barone Gallelli di Badolato, a due architetti Toscani nel 1853, la villa-fortificata della tenuta di Pietra Nera, costituisce una rarita’ tipologica senza e uguali nella regione Calabria.
Gli architetti per portare a termine la grande opera, furono ospitati nel cinquecentesco Palazzo Gallelli, situato nel borgo, per tutto il periodo necessario ai lavori di progettazione e realizzazione dell’opera, si calcola inoltre che abbiano lavorato 200 tra scalpellini, fabbri, muratori, mastri, e falegnami.
In un' epoca in cui le campagne di Badolato, e in generale del meridione, erano percorse continuamente da bande di briganti a cavallo, il barone, grande proprietario terriero, volle una residenza- fortificata inespugnabile.
I nobili di tradizione terriera, che infatti dimoravano nelle campagne, gioco forza dovevano ricorrere alla costruzione di dimore –fortificazione per la loro sicurezza, e’ infatti questa un esigenza costruttiva tipica di quell’ aristocrazia meridionale, che ancora nel diciannovesimo secolo, continuo’ a commissionare a ingegnosi architetti e abili maestranze, abitazioni- fortificate, simili nell’architettura difensiva ai manieri medioevali.
La villa-fortezza dei Gallelli, ne e’ appunto un tipico esempio, di pianta quadra, elevata su tre livelli, difesa da cinque torri merlate, di cui quattro grandi, posizionate ai lati dell’edificio, e una minore centrale, provviste inoltre queste di 28 feritoie, ricorda molto la struttura difensiva dei manieri medioevali.
Anche in questa villa-castello, il grande ingresso e’ infatti difeso dal tiro “piombante”, tramite appositi fori ricavati sotto lo stemma, posto sopra il portale, era infatti possibile rilasciare sugli aggressori ogni sorta di liquido bollente.
Le finestre ogivali grandi e luminose, si affacciano sulla campagna e sul parco signorile, che sembra abbracciare la casa. 
La residenza-fortezza nel corso della sua storia, respinse solo un attacco documentato di circa 12-13 briganti, verificatosi in un afoso giugno del 1858, e conclusosi quasi subito con una scaramuccia.
A quell’epoca si stima infatti che nella tenuta soggiornassero quasi stabilmente 35 persone, tra amministratori, custodi, guardiani, domestici, stallieri, cocchieri, e camerieri personali, che dimoravano quindi nell’edificio della servitu’.
I briganti arrivarono a piedi all’imbrunire, giungendo dalla campagna che si estende verso il fiume, imbracciando pistole e fucili.
Ma gia’i mastini, liberi in giardino fiutandoli forse contro vento, cominciarono ad abbaiare ripetutamente, allertando cosi’ i guardiani.
Fu proprio uno degli “uomini di fiducia del barone”, tal Caporale, chiamato “falcone” che passeggiando in giardino con un collega, entrambi col fucile a tracolla e le cartucciere in vita, accortosi di cio’ che stava per accadere, diede l’allarme sparando in aria, e avvisando cosi anche i colleghi, alcuni dei quali all’initerno dell’abitazione.
I briganti subito avvistati, riuscirono ad arrivare solo a poche centinaia di metri dalla dimora, poiche’ si videro infatti bersaglio di un fuoco continuo e cadenzato.
Dalle feritoie si apri’ contro di loro, un fuoco incrociato di sbarramento, tanto violento che questi vistisi scoperti e senza riparo, per qualche minuto non seppero cosa fare.
L’effetto sorpresa era stato vanificato, la loro tattica di attacco scoperta, da aggressori erano diventati bersagli. 
Quasi subito alcuni di loro, scapparono da dove erano venuti, sparando per proteggersi la fuga, altri invece si ripararono dietro gli alberi, ingaggiando per qualche minuto una scaramuccia impari, con le torri e le feritoie della villa.
Ma quando uno di loro cadde al suolo ferito ad una gamba, i rimanenti del gruppo capirono che era meglio ripiegare come avevano fatto i compagni.

SEDE SOCIALE

Storia:

Il casale della tenuta di Pietra Nera dei baroni Gallelli di Badolato, e? ricavato da un ottocentesco frantoio in pietra, finemente ristrutturato, e ulteriormente ingrandito, tramite l?aggiunta del primo piano e della grande veranda- ristorante coperta. I baroni Gallelli, ultimi feudatari di Badolato, hanno amministrato la baronia e il suo territorio dal 1658 al 1806 (eversione della feudalita?.) Origainari Dalmati di Zara, trasferitisi in Calabria alla fine del 1500 i baroni Gallelli, sono impegnati praticamente da 500 anni nella vita economica, sociale e politica del paese, essendone stati da quell?epoca politicamente gli ultimi custodi. Proprietari terrieri e accorti imprenditori, hanno da oltre 5 secoli avviato in Badolato importanti iniziative economiche, politiche e sociali, come ad esempio la realizzazione nel 1920 di un' importante centrale idroelettrica, in grado di fornire elettricita? ai paesi limitrofi, ed espropriata alla famiglia dallo stato, solo attorno al 1969. Commissionato dalla famiglia, attorno al 1800 il grande frantoio di pianta rettangolare, divenne all?epoca il piu? voluminoso di Badolato, la sua mole era infatti giustificata dalle esigenze di grande produzione agricola. Esteso in origine solo lungo il pian terreno, il grande drappito sempre attivo, vedeva infatti impegnati al suo interno molti braccianti, dipendenti dell?azienda agraria, costituendo cosi? una risorsa per tutto il paese. Caduto in disuso durante l?ultimo conflitto mondiale, il grande frantoio, fu utilizzato come magazzino per scorte e i viveri. Dopo il 1948 divenne infine uno spazioso garage per la collezione di auto storiche e moderne dei Gallelli. Attorno al 1995 furono infine avviati i lavori di recupero e restauro della grande costruzione, ultimati solo alla fine del 2007. Il casale e? oggi anche la sede sociale del club principe Eugenio di Savoia.

IL SEGRETARIO

Salvatore Zoccali.

 

Pubblicazioni sulle quali e’ citata la villa-fortificata della tenuta di Pietra Nera:

1-Storia medioevale di Badolato, dello storico Antonio Gesualdo. Edizioni Frama Sud 1986. A Gesualdo.
2-Storia medioevale e moderna di Badolato, dello storico Antonio Gesualdo. Edizioni Frama Sud 1988. A. Gesualdo.
3-Storia di Badolato dal 1799 al 1999. dello storico Antonio Gesualdo. Edizioni Frama Sud. 1999
A.G.E.S.C.
4-Enciclopedia della Calabria fortificata.
5-Annuario della nobita’ Italiana. SAGI edizioni 2006
6-Rivista araldica del collegio araldico Colonnello Bertini frassoni. 1991
7-Decano Nobiliare Calabrese. (Pubblicazione annuale del Club calabrese per la caccia alla volpe simulata, della tenuta di Pietra Nera.)

IL SEGRETARIO

Salvatore Zoccali.                                                       


 

 

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