Associazione Storica di Badolato "Benedetto Croce"


ASSOCIAZIONE STORICA DI BADOLATO

BENEDETTO CROCE


GUERRE E BATTAGLIE


Badolato come pochi altri paesi Calabresi, era definito borgo fortificato.

Non bisogna infatti dimenticare che i suoi feudatari fin dal 1283 attuarono una politica militare espansionistica, volta all’ egemonizzazione dei paesi limitrofi, e dei loro territori, come S.Caterina, Isca e S.Andrea, i cosi detti Casali.

Questa politica di conquista, fu possibile in buona parte grazie anche all’ inespugnabile castello che la proteggeva, e nel quale vi si rifugiò anche Ruggero di Lauria.

Provvisto di una fanteria professionista, e una invincibile cavalleria corazzata, come si evince da cronache e documenti risalenti al 1587 il castello di Badolato costituiva una valida garanzia difensiva anche per i paesi vicini, che gravitavano sotto la giurisdizione politica, amministrativa e fiscale, dei feudatari Badolatesi.




LA BATTAGLIA DEL 1270 TRA FILIPPO DE BADULATO E IL CONTE RUFFO


Filippo uomo d’azione, audace e intraprendente, fu titolare del feudo di Badolato, dall’avvento degli Angioini, fino al 1271.

Nel giugno del 1269, sessanta armati di ventura al soldo del conte Ruffo di Catanzaro, per ordine di questi, presero a saccheggiare e ammazzare, con incessanti scorribande i territori sotto la giurisdizione della baronia di Badolato.

Per porre fine alle incursioni delle sue bande armate, Pietro Ruffo pretese da Filippo, il pagamento triennale di 800 once d’oro, ma Filippo non cedette al ricatto, e cosi tra i due feudatari ebbe corso una guerra durata due anni, costituita inizialmente da scaramucce e imboscate, e con perdite da entrambe le parti.

Ma nella prima settimana del maggio 1270, l’esercito di Badolato perse la battaglia campale contro le più numerose armate del conte Ruffo di Catanzaro, e così i Badolatesi furono costretti a chiudersi tra le mura fortificate del borgo, per resistere a un assedio protrattosi diversi mesi.

Il barone Filippo de Badulato per evitare l’umiliazione della resa, giocò la sua ultima carta, chiedendo aiuto al Re, affinché intercedesse presso l’odiato conte, e lo convincesse a desistere.

Ma prima che il Re potesse fare o dire qualsiasi cosa, il potente conte Ruffo, era riuscito a creare una breccia nella porta maggiore del borgo, e quindi a entrarvi alla testa di 900 fanti, e 600 cavalleggeri pesanti.(bisogna ricordare che all’epoca i dispacci, erano portati da messaggeri a cavallo, e tal volta tra una richiesta e la risposta, potevano passare diverse settimane.)

La conseguente resa del castello, ultimo baluardo di Badolato, fu così incondizionata, e il feudo rimase al Casato Ruffo, passando da un ramo all’altro della famiglia, praticamente fino al 1451.







LA SOMMOSSA POPOLARE DEL 1321


(in allestimento)


L’ASSALTO DEI TURCHI DEL 1574


(in allestimento)


LA SEDIZIONE POPOLARE DEL 1597


(in allestimento)


LA RAZIA DEI TURCHESCHI DEL 1622


(in allestimento)


L’ASSALTO ALLA TARTANA DELLA S.S.ANNUNZIATA


(in allestimento)


L’ASSALTO ALLA MASSERIA FORTIFICATA, DELLA TENUTA DI GIANBARTOLO, DEI BARONI GALLELLI


(in allestimento)



Storico prof. Antonio Gesualdo.






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