Associazione Storica di Badolato "Benedetto Croce"
ASSOCIAZIONE STORICA DI BADOLATO
BENEDETTO CROCE
ORIGINI
La Calabria fu terra di incontro tra Oriente e Occidente, tali tracce si ravvivano tanto nella tradizione culturale che nella saggezza popolare, le origini di Badolato e del suo nome si perdono nel tempo.
Infatti il nome Badolato, deriva dal latino vadum-latum, (guado- largo.)
Il colle dove sorge oggi Badolato, a 240 metri di altezza, era già abitato in epoca Romana da una popolazione denominata Enotri, furono però i Normanni durante la loro espansione in meridione a stabilire in questi luoghi un primo insediamento organizzato militarmente.
Ma la fondazione vera e propria del borgo, si ha attorno al 1080 ad opera di Robberto il Guiscardo, duca di Calabria.
Ancora oggi il borgo conserva intatta la sua struttura medioevale, costituita da suggestivi e tortuosi vicoli, che si intersecano tra le case, una a ridosso dell’altra.
Il borgo nei secoli ha assunto vari nomi, Badulato, Vodalato, Badoaro, all’inizio della dominazione Normanna, venne integrata nella contea di Catanzaro, e fu infine Baronia.
Ai tempi della dominazione Angioina passò a un Filippo di Badulato, da cui probabilmente il nome definitivo del borgo.
Passo poi brevemente a Ruggero di Lauria, e poi successivamente ai Ruffo, e a quella dei Toraldo, per giungere nel 1596 a Pietro Borgia, principe di Squillace, e successivamente ai Ravaschieri, che la sub infeudarono a loro volta ai baroni Gallelli nel 1658, ai quali il borgo rimase fino alle leggi sull’eversione della feudalità (1806).
DATI AMMINISTRATIVI
Mario Oliverio (PD) dal 9-12-2014 |
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Territorio |
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Coordinate |
38°53′30.48″N 16°35′58.2″E / 38.8918°N 16.5995°E38.8918; 16.5995 (Calabria)Coordinate: 38°53′30.48″N 16°35′58.2″E / 38.8918°N 16.5995°E38.8918; 16.5995 (Calabria) (Mappa) |
media: 418 m massima: 2 267 m |
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15 221,9 km² |
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1 967 294[1] (30-04-2016) |
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129,24 ab./km² |
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Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia, Città metropolitana di Reggio Calabria |
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Regioni confinanti |
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Altre informazioni |
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Lingue |
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Codice ISTAT |
18 |
calabresi |
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(PPA) 16.575 € |
La Calabria ha una superficie prevalentemente collinare, che si estende per il 49,2% del suo territorio. Presenta ampie zone montuose che coprono il 41,8% del suo territorio:
a nord il versante meridionale del Massiccio del Pollino al confine con la Basilicata, con le vette più elevate della Calabria, il Monte Serra Dolcedorme 2.267 m e il Monte Pollino 2.248 m.
nel nord-ovest, a sud della piana di Campotenese, si elevano i cosiddetti Monti di Orsomarso dove la cima più alta raggiunge i 1.987 m con il Cozzo del Pellegrino, e a sud del Passo dello Scalone ha luogo la Catena Costiera, che si allunga tra la costa tirrenica e i profondi valli dei fiumi Crati e Savuto, che la separano dall'altopiano della Sila.
nel centro-nord la Sila, un vasto altopiano con foreste di aghifoglie e latifoglie che si estende a sud fino all'istmo di Catanzaro; la vetta più alta è il Monte Botte Donato (1928 m).
Tra l'istmo di Catanzaro e il valico della Limina sorgono le Serre calabresi, tra cui spiccano quelle vibonesi che si spingono con un doppio allineamento montuoso fino a congiungersi direttamente con l'Aspromonte; la vetta più elevata delle Serre (1956 m), il Monte Pecoraro, raggiunge 1423 m;
fra le pianure di Piana di Sant'Eufemia e di Piana di Gioia Tauro si erge il gruppo del monte Poro 710 m nella zona sud della provincia di Vibo Valentia;
I fiumi della Calabria non presentano generalmente uno sviluppo
significativo a causa della forma stretta e allungata, della penisola calabrese e a causa della disposizione dei rilievi montuosi perciò sono a carattere torrentizio. Fanno eccezione il Crati e il Neto, i fiumi più lunghi, i quali sfociano entrambi nel mar Ionio. Tributano anch'essi allo Ionio, ma con un corso di gran lunga più breve, il Trionto, il Tacina e il Corace; questi ultimi fiumi, come peraltro il Neto, nascono dalla Sila. Dall'altopiano della Sila hanno origine anche l'Amato e il Savuto, che insieme al Lao che scende dal Massiccio del Pollino, sono i maggiori fiumi del versante tirrenico. Gli altri corsi d'acqua sono ancora più brevi e hanno le caratteristiche tipiche delle fiumare in quanto hanno regime torrentizio, scorrono incassati in stretti versanti a monte per poi riversarsi nelle pianure alluvionali in ampi alvei ciottolosi, asciutti per gran parte dell'anno, ma che possono riempirsi repentinamente in occasione di temporali o piogge violente.
Esistono numerosi laghi che sono artificiali, soprattutto sull'altopiano della Sila. I principali sono l'Ampollino, l'Arvo, il Cecita, l'Angitola e il Passante.
Quando si parla della geologia della Calabria si riferisce generalmente all'Arco calabro, anche detto "Arco Calabro-Peloritano". Si tratta di un dominio semi-circolare che comincia a sud della Basilicata e comprende il settore nordorientale della Sicilia, con i Monti Peloritani. Il basamento della Calabria è costituito principalmente da rocce cristalline e metamorfiche di età Paleozoica, coperte dai successivi sedimenti principalmente Neogenici. Le rocce del substrato sono costituite da diverse unità tettoniche ("falde") sovrapposte le une alle altre e sulle unità degli Appennini meridionali e delle Maghrebide siciliane.
L'evoluzione Neogenica del Mediterraneo è quella tipica dei sistemi Arco-Fossa di subduzione, caratterizzata da uno slittamento dell'Arco Calabro verso Sud-Est in concomitanza con l'apertura del bacino Tirrenico. Il cosiddetto avampaese di questo sistema è costituita dalla piattaforma Apula e dalla piattaforma Ibleo o "Ragusana". Il Tirreno rappresenta il bacino di retro-arco di questo sistema di subduzione, dove le parti con affinità africana subducono al di sotto degli elementi di affinità Europea (Arco calabro).
Per la letteratura scientifica precedente al 1973 si riferisce a Ogniben (1973). La letteratura storica è rappresentata dalle pubblicazioni di: Ippolito (1959), Cortese (1895), Limanowski (1913), Quitzow (1935), Caire et al. (1960), Caire (1961), Grandjacquet et al. (1961); Ogniben (1969, 1973), Caire (1970, 1975, 1978), Burton (1971), Amodio-Morelli et al. (1976), Dubois (1976), Grandjacquet and Mascle (1978). Seguono i lavori di Tortorici, 1981; Rossi e Sartori, 1981; Ghisetti e Vezzani, 1981; Moussat, 1983; Patacca et al., 1990; Knott e Turco, 1991; Monaco e Tortorici, 2000; van Dijk, 1992; van Dijk et al., 2000.
La Calabria è una regione ad elevata pericolosità sismica.
Il clima calabrese è generalmente di tipo mediterraneo. Il litorale ionico è più secco e arido di quello tirrenico che si presenta con un clima più mite. Le temperature in genere lungo le coste non scendono mai sotto i 10 gradi e non salgono mai sopra i 40 °C, con punte di 42-44 °C nei mesi estivi. Lungo gli Appennini e nelle zone interne, dal Pollino, alla Sila fino all'Aspromonte, il clima è montano appenninico (continentale freddo) con inverni freddi e nevosi, l'estate è tiepida e non mancano temporali. Da segnalare l'interessante escursione termica giornaliera, in inverno, nella valle del Crati, dove anche a quote di pianura possono verificarsi abbondanti nevicate.
Le stazioni meteorologiche ufficialmente riconosciute dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale presenti nel territorio regionale sono:
Le differenti condizioni climatiche della regione favoriscono anche una diversa vegetazione da zona a zona. Dal livello del mare fino ai 600 metri (piano mediterraneo) predomina la macchia mediterranea con ulivi, lecci e altre piante tipiche del clima mediterraneo. Dai 700 metri fino ai 1000 metri (piano della bassa montagna appenninica), invece, cresce una vegetazione di transizione: castagni e altre querce hanno la loro dominanza. Dai 1000 metri in su (piano montano) dominano le specie tipiche del clima di montagna, composte da faggio, abete bianco e pino laricio. Sulle Serre calabresi il piano montano inizia, in alcuni punti, anche a 800 metri. Come non citare il famoso "pino loricato" (Pinus heldreichii), simbolo indiscusso del Parco nazionale del Pollino. Questa antica reliquia vive solo sul Pollino, mentre fuori dal territorio italiano lo si trova sui Balcani.
Infrastrutture e trasporti
Data la difficoltà di raggiungerla via terra, in passato la regione veniva chiamata anche la "terza isola" d'Italia. La Calabria è collegata al resto dell'Italia tramite ferrovie, autostrade e aeroporti.
L'autostrada A3 e le principali strade statali della Calabria con legenda
L'autostrada A3 (Salerno-Reggio Calabria), è l'arteria stradale principale della regione, naturale prolungamento dell'autostrada del Sole, collega la Calabria con il resto d'Italia percorrendo l'itinerario tirrenico da Reggio verso nord (Basilicata), passando per Vibo Valentia, Lamezia Terme e Cosenza.
La regione è poi attraversata da numerose strade statali che collegano tra loro le principali città ed i centri minori:
SS 18 Tirrena Inferiore, che attraversando la Calabria tirrenica, la Basilicata e la Campania, collega Reggio Calabria con Napoli;
SS 106 Jonica, che attraversando la Calabria jonica, la Basilicata e la Puglia, collega Reggio con Taranto;
SS 107 Silana Crotonese, che collega Crotone a Paola, passando per Cosenza;
SS 109 della Piccola Sila, che collega Lamezia Terme sul versante tirrenico con Cutro su quello jonico, passando per i monti della Sila;
SS 110 di Monte Cucco e Monte Pecoraro, che attraversando alcuni comuni delle serre calabresi collega la costa jonica a quella tirrenica da Monasterace a Pizzo dove si innesta sulla SS 18;
SS 182 delle Serre Calabre, che collega la costa tirrenica a quella jonica da Vibo Marina passando per Vibo Valentia e termina a Soverato, dove si innesta sulla SS 106;
SS 280 dei Due Mari, che innesta la SS 18 da Lamezia Terme per Catanzaro;
SS 283 delle Terme Luigiane, che da Guardia Piemontese a Spezzano Albanese connette il tirreno cosentino allo ionio cosentino
SS 682 Jonio-Tirreno (Gioiosa-Rosarno), che innesta l'autostrada A3 da Rosarno per Marina di Gioiosa Ionica collegando il tirreno reggino allo ionio reggino.
Ferrovia Tirrenica Meridionale (da Battipaglia a Reggio di Calabria);
Ferrovia Jonica (da Taranto a Reggio di Calabria);
Cosenza–Catanzaro (esercizio sospeso fra Soveria e Gimigliano);
Cosenza–San Giovanni in Fiore (esercizio sospeso);
Gioia Tauro–Cinquefrondi (esercizio sospeso);
Gioia Tauro–Sinopoli (esercizio sospeso).
Porto di Gioia Tauro
Porto di Gioia Tauro (I classe): infrastruttura commerciale;
Porto di Reggio Calabria (II classe): sede della direzione marittima della regione è un'infrastruttura a carattere commerciale/industriale con una parte dedicata alla nautica da diporto, è collegato prevalentemente con Messina, con le Isole Eolie e con Malta. Con oltre 10 milioni di passeggeri trasportati all'anno, è il primo della regione e il secondo in Italia nel settore;
Porto di Villa San Giovanni (II classe): è una struttura orientata esclusivamente ai trasporti, collega infatti il traffico ferroviario ed il grande traffico stradale tra Calabria e Sicilia;
Porto di Vibo Marina (II classe): a funzione turistica, commerciale e industriale;
Porto di Crotone (II classe): con un bacino mercantile e uno per la pesca e il diporto;
Porto di Corigliano (II classe): grande scalo, commerciale-peschereccio;
Porto di Palmi (II classe): scalo turistico peschereccio e porto rifugio della Costa Viola, sorge nel litorale della Tonnara;
Porto di Cirò Marina (IV classe): scalo turistico peschereccio, è destinato alla pesca locale e al diporto;
Porto di Tropea (IV classe): a funzione prevalentemente turistica.
La regione è dotata di tre aeroporti, di cui uno con continuità di voli internazionali:
Aeroporto di Lamezia Terme (SUF): è il principale scalo della Calabria e uno dei primi del Mezzogiorno per traffico passeggeri, serve la provincia di Catanzaro, la provincia di Cosenza, la provincia di Vibo Valentia e parzialmente la provincia di Crotone
Aeroporto di Reggio Calabria (REG): è il secondo aeroporto calabrese per numero di passeggeri, serve la Città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia.
Aeroporto di Crotone (CRV): è il terzo aeroporto calabrese per numero di passeggeri. Serve la provincia di Crotone.
Aeroporto di Scalea (LICK): in fase di costruzione, data di fine lavori: 2017. Verrà usato per scali civili con aerei Alitalia e Ryanair, servirà la provincia di Cosenza e Catanzaro.
Aeroporto di Vibo Valentia : attivo solo per scalo militare.